Cari amici sono appena tornata e vorrei ripartire. Mi manca già questo meraviglioso paese Israele e il suo popolo. Quel coraggio e l’ottimismo di chi non cede al terrore e alla paura. Il gruppo è arrivato lo stesso giorno della bomba, fatta esplodere alla fermata degli autobus, a ridosso dell’expo della maratona. Ho fatto del mio meglio per infondere tranquillità e la vista dei panorami, le alture, i boschi e di Gerusalemme che si stagliava fiera davanti a noi, hanno dissolto ogni timore.
Gli atleti della Us Roma 83 siamo Tonino Sbardella, Roberto Coen, Iaquaniello Gaetano ed io. Ma il nostro gruppo è più numeroso e iniziamo subito con una cenetta in un ristorantino nel cuore della città: “Ben Yeuda”. Dopo cena i più audaci sfidano il vento e la pioggia gelata per fare una puntatina al mitico Muro del Pianto passando e smarrendosi più di una volta, per lo shuk arabo deserto in quelle ore. Il giorno seguente vistiamo il museo della Shoà, con tutto il suo carico di sofferenza e orrore, ma usciamo da lì consapevoli che solo il ricordo di ciò che è stato, può farci sperare che non si ripeta mai più. La sera c’è il pasta party, offerto dal sindaco/atleta, che non manca di farsi immortalare con me e le altre ragazze del gruppo. Il venerdì è il giorno della gara. Colazione alle 4.30. La maratona parte alle 7.00. Un’ora dopo partiamo noi della mezza e più tardi è la volta della 10km. Gerusalemme ci regala una mezza giornata di tregua dalla pioggia ma è tutta da scalare. Continui saliscendi. Si sale su al Monte Scopus e poi al biblico Monte degli Ulivi. Corriamo a ridosso delle storiche mura e dentro la città vecchia. Gli israeliani adulti e bambini applaudono e incitano felici. Le strade chiuse al traffico in un clima di festa che prelude l’entrata dello Shabbath il giorno sacro di riposo. Nel nostro gruppo grandi prestazioni: il nostro Tonino Sbardella chiude con 3.36.04 e Anna Giunchi (Lazio Runners) 3.32.00. io la mezza in 2.00.00 (2minuti meno dell’anno scorso) Ma il nostro viaggio non è finito. La mattina seguente gita al Mar Morto, l’oasi di Ein Gedi e la fortezza della Massada costruita da Erode. Ad ogni passo la storia, la natura, la gente, ci sorprendono e ci accolgono regalandoci la gioia di essere lì. Al rientro serale puntiamo su Tel Aviv, la San Francisco del Medio Oriente. Lungomare in parquet e locali grandi e piccoli pronti per fare le ore piccole. Ma il gruppo è stanco: tutti a nanna. Il mattino seguente Tel Aviv sfoggia il suo volto migliore. Un sole brillante ed il mare incantato ci accolgono, mentre a passo sciolto corriamo sul lungomare e il mio sogno ad occhi aperti si realizza: gli amici di Roma sono qui a correre con me in Israele!!