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Franco Fava
Inserito il 01 aprile 2011 alle 21:47:00 da Redazione Roma83. IT - News dell'Atletica



Franco Fava

è un importante giornalista che ha grande esperienza e considerazione in ambito sportivo. E’ stato capo ufficio stampa della IAAF, la federazione internazionale di Atletica Leggera, incarico che da solo vale una intera carriera e che viene affidato solo a professionisti di prestigio. La nostra atleta Giovanna Scoglio lo ha incontrato allo Sporting Palace e per una appassionata della corsa come è lei avere avuto la possibilità di conoscere un “Mito” di questo sport deve essere stata una vera emozione.

Si perché Franco Fava è stato un corridore straordinario e inimitabile che negli anni settanta ha imperversato su tutte le distanze in ogni parte del mondo, un atleta moderno alla costante ricerca di nuove esperienze il quale per primo in Italia capì che era necessario uscire dal provincialismo nel quale versava la nostra atletica per confrontarsi con il mondo, non solo in occasione delle Olimpiadi ma costantemente. Per fare questo ha spaziato sulle distanze della pista, della strada e delle campestri facendolo sempre da protagonista in tutte le gare di prestigio e ovunque ci fossero gli avversari più forti. In una memorabile finale dei Tremila Siepi corsa all’Olimpico di Roma nel 1974 in occasione dei Campionati Europei fece entusiasmare gli spettatori disputando una gara all’attacco senza curarsi della presenza in pista di autentici fuoriclasse. Li attaccò incitato da un tifo calcistico e cedette solo allo sprint di avversari strepitosi come erano lo svedese Anders Garderud, il polacco Bronislav Malinowski e il tedesco Nickel Karst, specialisti formidabili delle barriere. Lì diventò il beniamino degli appassionati di atletica. Aveva solo ventidue anni e alle spalle già una olimpiade disputata a Monaco sempre sulle siepi. Nel 1976 alle Olimpiadi di Montreal corse i diecimila che interpretò come rifinitura per la maratona che si sarebbe corsa dopo alcuni giorni e che doveva essere la gara di Franck Shorter dato favorito da tecnici e giornalisti anche se pure il giovane Fava veniva tenuto in considerazione e temuto per il suo modo coraggioso di correre. Fu una bella lotta tra i migliori maratoneti del mondo, Fava giunse ottavo rimanendo sempre a contatto con la testa della gara; quella maratona la vinse Waldemar Cierpinsky, un atleta dell’allora DDR che poi vincerà di nuovo la Maratona alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 eguagliando il record di vittorie dell’indimenticabile Abebe Bikila.
Nei Campionati del Mondo di Corsa campestre che ha disputato, Franco Fava è arrivato per ben nove volte tra i primi dieci e nel 1977 a Dusseldorf arrivò vicinissimo al podio giungendo quarto, ancora oggi il miglior piazzamento realizzato da un atleta italiano in questa manifestazione. Il piccolo fenomeno nato in un paesino della Ciociaria ha attraversato un decennio magico della corsa podistica affrontando la strada e la pista insieme ad atleti straordinari rimasti nei libri che raccontano la storia di questo sport e con molti di loro ha stretto amicizie forti e sincere. Come con Bronislav Malinowsky che quando andava a trovarlo a Roccasecca veniva chiamato da tutti Bruno e che era diventato uno di casa. Il fuoriclasse polacco vincitore alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 sui tremila siepi, morì a soli trenta anni nel 1981 in un incidente stradale così come Steve Prefontaine altro mito sfortunato di quei tempi che fu anche lui avversario-amico di Franco.
Correre sempre allo spasimo cercando di stare davanti e battere tutti ma essere anche amico e conoscere il modo di vivere e di allenarsi degli altri atleti è stata la ricerca che ha contraddistinto l’attività sportiva di un ragazzo dal cuore forte e pazzo, ora diventato un elegante signore che va per i sessanta anni e che la nostra amica Giovanna, maratoneta e appassionata della corsa, ha avuto il privilegio di conoscere.

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