All’ingresso dello Stadio Bislett di Oslo c’è una statua in bronzo che ritrae una figura femminile in corsa, con bello stile e con i capelli al vento.
E’ l’omaggio che lo sport norvegese volle fare anni fa a una donna che era diventata l’ambasciatrice della Maratona femminile nel mondo: Grete Waitz Andersen, una atleta straordinaria, capace di vincere per nove volte la maratona di New York e per due quella di Londra ma soprattutto la donna che dimostrò per prima la grande attitudine del sesso femminile per la corsa lunga. Fu lei a vincere la prima edizione dei campionati del mondo su questa distanza che di disputarono nel 1983 ad Helsinki e l’anno successivo a Los Angeles, nella prima Maratona Olimpica femminile salì sul podio insieme a Joan Benoit e Rosa Mota, nomi leggendari di questo sport così amato e praticato. Grete è morta lo scorso 19 Aprile in un ospedale della sua città, non lontano da quello stadio e da quella statua. Il governo del suo paese le ha riservato i funerali di stato a dimostrazione di quanto fosse amata per quello che ha saputo fare nello sport e per tutto l’impegno che ha messo nella sua fondazione durante la malattia che l’ha colpita.