Di tutte le ventidue disputate questa è stata probabilmente la più calda, la temperatura è stata elevata in maniera anomala per il periodo e ha dato anche fastidio. Molti ricorderanno di edizioni corse il giorno di S. Stefano, le prime subito fortunate di una gara che è diventata un cult per i podisti, quando spesso il maestrale spazzava il lungomare al ritorno verso il “Cetorelli” e il freddo si faceva sentire. Si correva su un percorso che era sempre lo stesso fino a quando gli organizzatori oltre ad averla allontanata dalle festività Natalizie, per cercare di rendere il percorso ancora più veloce, sono andati alla ricerca di nuove soluzioni.
Quello di quest’anno è stato abbastanza rivisto e la scelta è stata di inserire anche un lungo tratto della Via Portuense in uscita da Fiumicino, ancora un bel “drittone” in aggiunta agli altri che effettivamente, in assenza di vento come oggi, hanno permesso di correre forte. Resta lo storico attraversamento della passerella pedonale che è l’elemento irrinunciabile, insieme all’arrivo nello stadio. Ci siamo affezionati e poi dal punto di vista scenografico sono due luoghi veramente suggestivi. Al via tutti i partecipanti si sono così presentati in tenuta “leggera” e come sempre succede, c’è stato il rituale della partenza caotica con una folla di intrusi tra i top runners che hanno fatto arrabbiare non poco il factotum Nerli Ballati il quale si è sgolato invano per cercare di mettere ordine. Inoltre si sono succeduti una serie di spari sospetti che, come ci rassicurava lo stesso Nerli, erano solo “prove dello start” che però ogni volta hanno rischiato di provocare delle false partenze. A un certo punto lo sparo, quello vero, è stato quasi boicottato e c’è stata la necessità di una conferma vocale. La cosa strana e anche comica è che il famigerato starter ha continuato a sparare colpi di pistola anche dopo il via quando ormai il serpentone si era riversato compatto in direzione Fiumara; forse per la prima volta in gare di corsa lo starter è stato dotato di un mitra. Comunque ci siamo divertiti e poi alla fine per noi della Roma 83 c’è scappato il rinfresco, con diversi ospiti di altri gruppi sportivi a farci compagnia presso il nostro centro di accoglienza che farebbe invidia anche alla protezione civile, allestito all’alba dal team agli ordini di Libero Misocchia (nella foto in alto) al quale a breve faremo un monumento. Le ragazze e i ragazzi della Roma 83 hanno dato ancora una volta prova della loro bravura fornendo prestazioni cronometriche e piazzamenti di rilievo e l’anno che si sta per concludere lo possiamo annoverare tra quelli da ricordare per tutto quello di importante i nostri hanno fatto. Grazie a tutti per l’impegno e per la grande solidarietà che avete dimostrato nel dare forza alle iniziative della Roma 83.
