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La Firenze Marathon di Marco Palladini
Inserito il 12 dicembre 2011 alle 11:21:00 da Redazione Roma83. IT - News dell'Atletica



La Firenze Marathon di Marco Palladini

Nella Vita, continuiamo a fare alcune cose. Poche, fra loro, sono ragionate fino in fondo. In fondo in fondo, se dovessimo agire esclusivamente in base alle effettive priorità, intendo quelle che nel nostro intimo riconosciamo indissolubilmente come le prime a meritare le nostre attenzioni, .. e forse le sole...faremmo ben altro.

A volte, gli eventi ci fanno riemergere dal mare delle illusioni quotidiane e ci offrono una prospettiva inusuale, ma più vera, meno volontariamente offuscata, per non soffrire della nostra condizione.
La corsa è potenzialmente un'attività salutare. E' utile a conservare il nostro corpo più a lungo e meglio, per la durata della nostra vita, in questo mondo. E' una delle cose che faccio e che mi lascia il sapore di una cosa quasi giusta. Se mi conservo meglio potrò fare meglio, per gli altri e per me.
Il mio amico Michele, compagno di allenamenti e di gare, ha bisogno di un delicato intervento al cuore, una semplice operazione di routine, con rischi ridottissimi, ma suggestiva ed impressionante, per modalità d'esecuzione. Dopo continuerà tutto e meglio di prima, ma l'evento richiede riflessione. L'intervento si farà due giorni prima della maratona, che sognavamo insieme. Porterò Michele con me, fingerò di essere al suo fianco, nella sofferenza di questo lieto giorno di gara, che simboleggia il nostro agire nella Vita.
A due settimane dalla Maratona, quando già ero fermo per un infortunio, un evento drammatico come pochi, che fortunatamente non tutti saranno chiamati a vivere, si incunea nel quotidiano di tutti i componenti della mia famiglia, scardinando la tranquillità delle nostre anime ed esponendoci al vento freddo della morte e del dolore che ne consegue.
Il mio nipotino Pierluigi è vittima di un violento incidente stradale.
Credo che piangerò per sempre. Solo un viaggio di lavoro all'estero, mi costringe di nuovo ad agire. Così mi trovo in Corea, da solo, a riflettere sulla vita, osservando la terra dal finestrino dell'aereo ed intanto è il mio compleanno ed insieme quello di mia sorella, mamma inconsolabile di Pierluigi. A causa del fuso orario, il mio compleanno durerà 8 ore in più, delle 24, e con il tempo, anche le altre solide certezze della vita fluttuano, si espandono e vacillano.
A volte, la vita colpisce duro.
E quasi mai lo comprendiamo. C'è la voglia di arrendersi.
Allora, si esce e si combatte, si offre un po' della nostra sofferenza. Si espia il nostro stare bene, mentre altro poi, deriva.
Pierluigi, 13 anni, da pochi giorni, percorreva i suoi chilometri, assaltando la strada con l'energia ed il cuore forte, eccitato.
Il cuore, ancora batte.
Michele ne ha uno nuovo.
Il mio mi accompagna, modula emozioni e pompa energia e linfa per la vita e per andare.
La meccanica quantistica, seppur a livello microscopico, ci suggerisce che ogni cosa che sia possibile accade, in qualche universo. Per ogni fenomeno, che osserviamo, in ogni istante, si generano un'infinità di universi, che si allontanano a velocità incredibile, in ognuno dei quali avviene uno dei possibili accadimenti, per l'evento. Solo, che nella maggior parte degli universi, si verifica l'evento più probabile, anzi, il numero di universi in cui avviene l'evento più probabile è proprio proporzionale a tale probabilità.
Quindi in questa maratona, c'è un Marco che si ritira proprio ora, uno che accelera sprintando, uno che si infortuna ed uno per ogni ritmo di gara. Per ogni istante sotto esame, un numero infiniti di mie copie, agiscono diversamente, ma in modo proporzionale a quanto possibile, con il mio allenamento. Io sono prigioniero nella bolla del mio universo quantistico, ma la mia mente può concepire gli altri.
Allora questa costruzione, data dall'alterazione della percezione del mondo, come è possibile solo dopo il 37° chilometro, mi fornisce la rassicurazione che Pierluigi è vivo nella maggior parte degli universi paralleli, dato che è stato vittima di una improbabile combinazione cinematica, mentre era alla guida di quello scooter.





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