Per il secondo anno consecutivo la Maratona di Roma ha superato la soglia dei 16.000 iscritti dei quali oltre 7.000 sono atleti stranieri e questo è il dato più rilevante per questa gara che propone un percorso ritenuto, fuori dai nostri confini, il più bello in assoluto. Dal un punto di vista tecnico, se ci si basa su parametri che prescindono dalla spettacolarità e dalle bellezze architettoniche, si può obbiettare che la gara di Roma sia piuttosto complicata specialmente nei chilometri finali quando ci si va ad infilare nel centro storico e la scorrevolezza non è certo agevolata dai sampietrini e dai dislivelli da superare.
Se si volesse allestire un percorso velocissimo, per esempio come si fa a Berlino, sarebbe inevitabile girare al largo dal cuore della Città Eterna e allora probabilmente anche da noi si potrebbero centrare le migliori prestazioni ma i tanti atleti stranieri Amatori e Master che invece vengono da noi per ammirare tanti capolavori correndo su strade così ricche di storia, non sarebbero più presenti. Questo elemento è centrale per gli organizzatori. Sulla velocità dei percorsi poi, dopo la stratosferica prestazione di Mutai a New York, c’è da riflettere un po’ visto che quando sono in gara atleti eccezionali, capaci di spianare qualsiasi tracciato, anche i grandi risultati cronometrici vengono ottenuti. Lo scorso anno è accaduto anche a Boston dove nonostante si debba scalare la “collina spacca cuore”, c’è stato un atleta fenomenale capace di correre in 2h03. Dobbiamo riconoscere che a Roma non sono mai stati presenti i veri numeri uno della specialità anche se negli anni si sono succeduti degli atleti molto forti capaci di ottime prestazioni; sarebbe stato interessante assistere da noi ad una sfida tra Gebresilasie (in salute) e Jeff Mutai per vedere quanti minuti in meno avrebbero potuto fare rispetto alla miglior prestazione ottenuta. Comunque sia la nostra città anche quest’anno ospiterà una gara interessante nella quale saranno presenti molti atleti della Roma83. Ci saranno tante nostre atlete, quasi tutte esordienti sulla distanza di Maratona, concentrate sull’obbiettivo più importante in una gara così: portarla a termine, al cospetto del Colosseo, a due passi da quelle pietre sulle quali tanti anni fa un atleta Africano corse a piedi nudi per vincere la gara Olimpica. Basterebbe pensare a questo episodio così lontano nel tempo ma sempre così presente nella memoria di tutti i maratoneti del mondo per mettere la Maratona di Roma, insieme a quella di Atene, tra le più emozionanti.