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Fabio Riccitelli ci racconta la sua Maratona di Ferrara
Inserito il 08 aprile 2013 alle 18:44:00 da Redazione Roma83. IT - News dell'Atletica



Fabio Riccitelli ci racconta la sua Maratona di Ferrara

Ultimamente sono dell’idea che l’ultima maratona che ho corso sia davvero l’ultima della mia carriera di podista. L’autoflagellazione alla quale ci si deve sottoporre per preparare un simile impegno fisico comincia a pesarmi anche perché, per il rispetto che ho verso questa gara, non accetterei mai di parteciparvi così tanto per esserci e l’impegno che ci metto è sempre il massimo.


Poi vedo il calendario e inizio a pensare che forse ancora un po’ di fatica è il caso di farla e ci casco di nuovo.
Questo inizio di 2013 ha avuto la Maratona di Roma come evento principale e inizialmente avevo pensato di correrla nuovamente visto che sulle strade della mia città ho avuto la grande soddisfazione di stabilire, alla soglia dei 50 anni, il mio primato personale di 2h 49'. Mi sono accorto però, osservando il calendario, che appena una settimana dopo Roma ci sarebbe stata la Maratona di Ferrara e allora mi è venuto in mente che questa città qualche anno addietro è stata la capitale italiana della Maratona. Nel Cus Universo Ferrara militavano dei grandissimi campioni come Massimo Magnani, Orlando Pizzolato e Salvatore Bettiol oltre che la leggendaria Laura Fogli, tutti seguiti dal Professor Giampaolo Lenzi, un vero Guru.
Mi sono anche ricordato che Ferrara è stata anche la sede operativa di un altro Professore, prima osannato poi messo al bando, lo scienziato Francesco Conconi che è stato al fianco di tanti campioni.
Mi è venuta la curiosità di respirare quell’aria e mi sono iscritto. Ho corso tanti chilometri e non mi sono risparmiato neanche i lavori più duri che l’amico e allenatore Mimmo mi ha proposto e sono arrivato al momento della verità in buone condizioni, oltretutto sapendo di avere la compagnia di alcuni atleti della Roma 83 che mi avrebbero fatto compagnia nel viaggio e nel soggiorno (per correre la “Mezza”) e degli amici Dennis e Renata che venivano appositamente da Milano per stare due giorni con noi, ero veramente carico.
Siamo partiti il Sabato in treno, sbarcando direttamente a Ferrara. Poco prima dell’arrivo in stazione ho letto un cartello che riportava la scritta: Ferrara città della bicicletta. Infatti appena fuori dalla stazione ferroviaria la prima cosa da vedere sono stati gli strati sovrapposti di biciclette di ogni tipo lasciati sul piazzale. Da queste parti è possibile rinunciare all’automobile, c’è un’altra mentalità, non ci sono i Sette colli e neanche sette cavalcavia a rendere faticosi gli spostamenti. Per traversare la città si devono percorrere solo quattro chilometri e anche le persone più anziane o meno in salute possono utilizzare agevolmente l’unico mezzo a costo zero e a zero impatto ambientale.
Unica preoccupazione alla vigilia erano le previsioni meteo che annunciavano pioggia la Domenica della gara.
La sera del Sabato è arrivata una pioggerellina fastidiosa e la temperatura è scesa di colpo ma il peggio doveva venire. La mattina di Domenica è cominciata presto con la colazione davanti ad una bella vetrata oltre la quale la pioggia veniva giù di brutto; uscendo timidamente fuori ci siamo resi conto di quanto facesse freddo e di quanto fosse forte il vento (di Bora) che spazzolava via tutto.
In queste condizioni abbiamo dovuto correre ed è stata veramente dura come poche altre volte ricordo.
Nel tratto di percorso fuori città in direzione Nord verso il Po ho avuto paura di non farcela, ero da solo e col vento gelido che mi spingeva indietro. Sono riuscito a non mollare nel momento peggiore, ho gestito bene le forze e sono rimasto calmo. Ho chiuso la gara in 2h 58', un tempo che in quelle condizioni mi è sembrato un record mondiale.
Ho guardato la statua del Savonarola che era proprio lì vicino, in quel volto severo e tirato mi sono quasi riconosciuto.



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