Il 17 marzo 2013 si è corsa a Roma la 19a Acea Marathon di Roma appena dopo l’elezione di papa Francesco al soglio pontificio, con alcune modifiche al percorso nell’immediato della manifestazione. La gara ha visto lo strapotere keniota ed etiopico tra gli uomini e tra le donne. Il 30enne etiope Getachew Terfa Negari ha vinto con 2h07’56”. Tra le donne, la keniota Helena Kirope (2h24’40”). Da notare che tra le prime 10 donne ci sono 6 etiopi. 10˙679 arrivati di cui 8˙769 uomini e 1˙930 donne. A questi sono da aggiungersi i 47 handbiker. Il campione paralimpico Alex Zanardi (categoria H4) si è aggiudicato per la terza volta la prova handbike, con 1h12’15”. Tra gli atleti disabili buon 3h57’13” di Raffaele Panebianco (cat. T 11 uomini), atleta non vedente, per cui la maratona è «il massimo, il punto più alto, madre di tutte le gare». Panebianco è tesserato per l’ASD Podistica Solidarietà. Da ricordare la staffetta dei ragazzi autistici del Progetto Filippide. Ideato da Nicola Pintus, ora da Roma si sta diffondendo con successo in altre zone d’Italia. Il 1° aprile si è disputata in Friuli l’Unesco Cities Marathon, che ha assegnato i titoli italiani assoluti e master. Tra gli uomini, primo l’azzurro Ruggero Pertile, 38enne dell’Assindustria Padova, con 2h16’20”, frenato dal vento nella seconda parte del percorso. Tra le donne ha vinto la 26enne Elisa Stefani dell’INA Fanfulla Lodigiana con 2h40’53”, 12a assoluta. Il 7 aprile, mentre a Roma papa Francesco s’insediava nella basilica di San Giovanni in Laterano, a Milano nella mattinata si è corsa la Suissegas Milano City Marathon, 13a edizione, ancora nel segno dell’Africa. Tra gli uomini, il 35enne etiope Gemenchu Worku Biru ha vinto allo sprint sul connazionale Gosa Girma Tefera. Tra le donne l’ha spuntata, per un solo secondo, la keniota Monica Jepkoech, in 2h32’54” sull’etiope Desalegn Tsehay.
Se è vero che tutte le prove italiane di km 42,195 a cavallo del 2013 hanno registrato numeri in negativo, Roma compresa, i 470 arrivati di Milano in meno rispetto all’anno precedente possono non sorprendere. Al contrario, cresce la percentuale di arrivati rispetto ai partenti: il 94,4%, che costituisce un piccolo record. I tempi dei primi arrivati sono stati deludenti, per il cast non elevato, più che per i passaggi nervosi sui lastroni e le curve a gomito del centro che possono aver rallentato il plotone. C’è tempo per porre rimedio in vista dell’edizione 2014, quando la Milano City Marathon potrebbe diventare sede dei Campionati tricolori sulla distanza. Il clima e la giornata di festa hanno contribuito al successo della Relay Marathon a staffetta, con 1˙942 squadre. La vittoria al quartetto del Cus Pro Patria Milano (2h18’06”). Gli eroi di Budapest ’98, Baldini, Goffi e Modica, assieme a Ruggiero, si sono classificati al terzo posto (2h28’47”). Questa volta essi hanno condiviso la gioia di correre per gli altri, sostenendo l’associazione Medici con l’Africa Cuamm, onlus che da sessant’anni realizza progetti sanitari a lungo termine nei Paesi più poveri e svantaggiati. Sempre il 7 aprile, la 37a Maratona di Parigi, ha visto 39˙967 partecipanti con 38˙690 arrivati, vero e proprio record: mai così tanti in Europa, solo tre volte a New York di più, 46˙759 nel 20˙122. Primato femminile della 24enne etiope Boru Tadesse con il tempo di 2h21’06”, miglior prestazione mondiale stagionale e 25a prestazione all-time. Etiope anche la seconda classificata, Merima Mohammed Hasen, di 21 anni, con già all’attivo dodici maratone, di cui quattro volte prima, e nelle altre sei tra il terzo ed il quarto posto. Tra gli uomini, a sorpresa ha vinto il keniota Peter Some con 2h05’26” (personale), davanti al favorito, l’etiope Tadesse Tola (2h06’33”). Il 14 aprile ancora nel segno dell’Africa: ‒ a Vienna, nella maratona vittoria del keniota Sugut (2h08’19”), alla sua seconda uscita sulla distanza, e nella mezza dell’intramontabile Haile Gebrselassie (40 anni il 18 aprile) con 1h01’14”; ‒ nella velocissima Rotterdam, giunta alla 33a edizione, ha vinto l’etiope Tilahun Regassa (2h05’38”) tra gli uomini e la connazionale J. Jelagat (2h23’27”) tra le donne. Sono stati il fenomenale etiope Lelisa Desisa (2h10’22”) di 23 anni, che aveva esordito sui 42 km vincendo quest’anno a Dubai e la keniota Rita Jeptoo (2h26’25”), i due vincitori della 117a Boston Marathon. Ma la gara del 15 aprile 2013 rimarrà nei ricordi per la tragedia. La corsa più ricca della storia, gara simbolo dei podisti, entra nella cronaca nera: intorno alle ore 14.45 locali, le 20.45 italiane, circa tre ore dopo l’arrivo dei primi, mentre numerosi dei 23˙326 partenti erano ancora in gara, a pochi metri dalla linea d’arrivo, due potenti esplosioni, una a pochi secondi dall’altro: 3 morti e 140 feriti, di cui 17 con arti amputati. La gara è stata presto sospesa. Ma la più significativa maratona del mese di aprile, sportivamente parlando, è stata la Virgin London Marathon. Al via 36 mila partecipanti (circa 400 italiani hanno portato a termine la gara, di cui 16 sono scesi sotto le 3 ore). 30” di silenzio prima del via, in ricordo delle vittime della Boston Marathon: poi l’applauso. Un grande spettacolo di folla. Il percorso è piatto, con un tratto in discesa, adatto per i record. In attesa della gara, la britannica Paula Radcliffe, campionessa del mondo di maratona nel 2005, nonché primatista mondiale della specialità, ha lanciato un appello: «Non è irrispettoso nei confronti dei morti e feriti di Boston andare avanti con la maratona di Londra. In un momento così difficile abbiamo bisogno di unirci domenica a Londra per dimostrare la forza dell’umanità e dello sport in faccia ad un terrorismo così vilmente infame. La gente corre per beneficienza, lo sport unisce un gran numero di persone. Colpirle al traguardo dove i bambini aspettano di abbracciare i papà e le mamme è crudele e rivoltante». Nella gara degli atleti in wheelchair, otto concorrenti insieme negli ultimi chilometri. Volatone finale: vince l’australiano Ferlay, già primo alle Paralimpiadi di Atene 2004. Mentre tra le atlete ha vinto la statunitense Mc Faddeh. Ormai questi atleti meno fortunati possono disporre di una carrozzina tecnologicamente avanzata ed assai leggera che gli consente ottime prestazioni. Nella gara assoluta, tra le donne exploit della keniota Priscah Jeptoo, che taglia vittoriosa il traguardo sul manto rosso: si ferma, s’inginocchia e prega con le mani unite, con l’asciugamano rosso sulle spalle. Qui chiude in 2h20’15”, solo un secondo superiore al personale, nonché migliore prestazione mondiale dell’anno. Seconda è la connazionale Edna Kiplagat in 2h21’32”. Terza è la giapponese Jukiko Akaba (2h24’43”). Tra gli uomini ha corso Mo Farah, l’oro di Londra sui 5˙000 e 10˙000 m, ma solo per testare la gara. Al via i migliori della specialità, tranne poche eccezioni. Le lepri hanno l’obiettivo di portare gli atleti sul piede di 2h03’30”. Tra i primi si distingue Emmanuel Mutai. Nel 2011, il keniota ha corso in 2h03’02” a Boston, tempo non omologato: il record dei km 42,195 è di Patrick Makau (2h03’38”), favorito della vigilia. Ma il keniota si stacca dal gruppo di testa dopo appena 38’. Questi i passaggi di Londra: 5° km: 14’24”; 10° km: 28’57”; 20° km: 58’28”; 21,097 km: 1h01’54”; 25° km 1h12’58”; 30° km: 1h27’49”; 35° km: 1h42’47”. Mo Farah si ferma poco prima di metà gara: «Questa corsa è stata l’esperienza più istruttiva della mia vita. Ho avuto difficoltà solo ai rifornimenti: ho combinato qualche casino, ma alla fine è andata bene. L’anno prossimo arriverò al traguardo. L’atmosfera è stata incredibile: ho visto migliaia di persone entusiaste» .
L’andatura dei kenioti è indiavolata. Il folle passaggio alla mezza illude su un possibile attacco al record del mondo, ma poi l’andatura cala. Rimangono in testa due kenioti (E. Mutai e Biwott) e due etiopi (Abshero e Lilesa). Negli ultimi chilometri il piccolo Tsegaya Kebede (1.58 m di altezza) rimonta, supera Mutai e si dirige vittorioso verso il traguardo. Questa la classifica finale di Londra 2013: 1) Tsegaya Kebede (ETH): 2h06’04”; 2) Emmanuel Mutai (KEN): 2h06’33”. 3) Ayala Abshero (ETH): 2h06’57”. Il primo non africano è lo spagnolo Ayada Lamdassem, decimo classificato in 2h09’28”, assai provato all’arrivo. Tra i disabili, primo è il marocchino Chentuffo (cat. T12) in 2h24’00”. L’italiano Alessandro Di Lello (cat. T 46), ottavo alle Paralimpiadi di Londra 2012, atleta amputato, chiude in 2h32’05”, poco sopra il personale di 2h31’06”. In definitiva, se quella di Boston è stata la maratona della tragedia, quella di Londra ha restituito serenità. L’anno prima sulle stesse strade londinesi moriva una donna di nome Claire Squires, una parrucchiera che correva per beneficenza. La sua morte commosse profondamente. La prova del 2013 ha ricordato pure lei. Nel suo nome è nata una charity, che ha raccolto un milione di sterline. Ma la maratona più veloce del 21 aprile è stata però quella di Amburgo. L’ex campione mondiale dei 5˙000 m, il keniota Eliud Kipchoge ha esordito con un ottimo 2h05’30”, che rappresenta il sesto tempo di sempre per un debuttante, nonché il record della corsa tedesca. L’etiope Limenih Getachew è secondo in 2h07’35” ed il keniota Lawrence Kimaiyo terzo in 2h10’27”: insomma dominio africano in terra di Germania. La 14a Maratona di Padova è stata vinta da Roberto Paulo, 8° ai Giochi di Londra. Con 2h13’00” il brasiliano ha preceduto il keniota P. Kibet Kosgei (2h14’36”). La mezza a Ruggero Pertile (1h05’40”). Alla marocchina Hanane Janat (2h36’18”) la prova femminile più lunga. La corsa più veloce dell’ultima del 28 aprile è stata l’11ma Metro Group Marathona di Düsseldorf. L’etiope Dereje Debele Tulu è riuscito nell’intento della vigilia dei più forti di migliorare il record della corsa. In condizioni meteo ideali, l’africano ha vinto con 2h07’48”, precedendo due kenioti, Pio Ondoro (2h08’17”) e Duncan Koech (2h09’10”) ed altri due etiopi (Kebede e Workeneh). Tra le donne, la favorita etiope Melkam Gizah ha vinto in 2h26’24” (personale), secondo tempo di sempre nella gara tedesca. Seconda l’esordiente keniota Rebecca Chesire (2h27’52”). Il mese di aprile 2013 è stato nel segno dell’Africa, ma anche dell’episodio increscioso di Boston per mano di due ceceni. Degno di citazione è quanto avvenuto all’Appia Run dell’ultima domenica del mese, nella corsa podistica sui 13 km, che si svolge nello stupendo scenario romano. I partenti hanno corso con al polso il braccialetto con la scritta «I Love Boston Marathon». Così hanno deciso gli organizzatori come atto d’amore verso la consorella americana, colpita dalla tragedia. In estate l’evento agonistico di maggior rilievo per l’atletica leggera sono stati i Campionati del Mondo, che si sono tenuti a Mosca dal 10 al 18 agosto. Nella maratona femminile di sabato 10 le condizioni atmosferiche non erano ideali: 34° alla partenza (primo pomeriggio) ma un tasso di umidità basso, rende l’aria non pesante, per cui il caldo non penalizza oltremisura le atlete, se riescono a reidratarsi ai ristori. Valeria Straneo, 37enne di Alessandria, personale di 2h23’44” (Rotterdam 2012) e record italiano, appena fuori dallo stadio comincia la sua gara di testa. La Straneo parte decisa nelle sue azioni: ha ben costruito la gara tatticamente, con una condizione fisica eccellente come dai riscontri negli allenamenti. Al 1° km Valeria è già in testa; al 15° km dietro all’azzurra si contano sette atlete. Il gruppetto al comando si assottiglia progressivamente. Le etiopi cedono chi prima chi poi. La Straneo continua la sua marcia in testa. L’esperta keniota Edna Kiplagat, che era transitata a 29” di distacco dalla testa della corsa al 10° km, fa la sua azione decisa al 40° km, e poi taglia il traguardo nello stadio Luzhniki, che prima era intitolato a Lenin, con il tempo di 2h25’44”. La Kiplagat, 33enne, madre di quattro figli, è la prima donna nella storia a vincere due titoli mondiali consecutivi in maratona (2011 – 2013). A Daegu ella aveva vinto in 2h28’43”. Al secondo posto di Mosca 2013 la Straneo (2h25’58”). L’azzurra, “scricciolo” di 45 kg per 1,60 m, ha iniziato a correre a 23 anni; ma i primi risultati li ha raggiunti appena due anni fa, dopo l’operazione, in cui le hanno asportato la milza facendola guarire dalla sferocitosi, benché quest’affezione non sia scomparsa. Ella porta la maratona femminile italiana sul podio mondiale, con la medaglia d’argento, dopo ben 18 anni dal bronzo di Ornella Ferrara (Goteborg 1995). Terza e quarta al traguardo moscovita due giapponesi: Kayoto Fukushi (2h27’45”) ed A. Kizaki 2h31’27”. Sorprendente sesto posto per l’altra azzurra Emma Quaglia (2h34’16”). La 33enne, medico genovese (personale di 2h28’15”) ha beneficiato dei molti ritiri e rallentamenti. La Straneo e la Quaglia sono amiche e compagne di allenamento. In gara si sono scambiate simpaticamente un cinque! Delle 72 partenti, soltanto 46 hanno tagliato il traguardo, di cui 43 sotto le 3h. La maratona ha avuto poco pubblico lungo le strade, mentre in mattinata lo stadio era quasi deserto; più affollato in serata. Questi i passaggi della gara dei km 42,195: km 5 10 15 20 21,097 25 30 35 40 42,195
parziali 17’05” 34’12” 51’14” 1h09’02” 1h12’58” 1h26’36” 1h44’00” 2h01’05” 2h18’22” 2h25’44” ogni 5 km 17’05” 17’07” 17’11” 17’38” 17’34” 17’23” 17’04” 17’16” ogni 10 km 34’12” 34’50” 34’58” 34’22”
La gara di maratona uomini del 17 agosto, partita alle ore 13.30 italiane, si è corsa sullo stesso percorso delle donne. 70 atleti al via, provenienti da 42 Paesi. C’è tanta Africa, ma mancano i big kenioti. È la squadra etiope la più agguerrita. Nessun italiano al via. Ruggero Pertile ha preferito rinunciare e puntare ai Campionati Europei di Praga 2014. La gara moscovita ha confermato l’ugandese Stephen Kiprotich, già vincitore nella precedente edizione di Daegu (2h08’01”), come il maratoneta del momento nelle manifestazioni iridate. Kiprotich è nato in Uganda 24 anni fa, ma vive ad Eldoret (Kenia), dove l’allena Eliud Kipchoge, ex campione mondiale dei 5˙000 m a Parigi nel 2003. L’esperto corridore africano è scattato deciso dopo il 40° km, sfuggendo all’etiope Lelisa Desisa, l’ultimo a resistergli. Il tempo di Kiprotich 2h09’51” è lontano dal record del mondo, ma nei Campionati conta vincere. Egli ha smentito chi l’ha definito “vincitore di giornata”. L’etiope Desisa ha vinto l’argento, chiudendo in 2h10’12” davanti al connazionale Tadese Tola (2h10’23”) ed all’altro etiope T. Kebede. Il secondo, terzo e quarto arrivati hanno personali sotto le 2h05’. Kiprotich invece ha un ben più alto 2h07’20”. Ma a Mosca l’ugandese è apparso di un altro livello rispetto ai tre forti atleti africani, che l’hanno immediatamente seguito in classifica. Quinto e primo non africano, il giapponese Nakamoto. Negli ultimi metri di gara Kiprotich ha salutato il pubblico e compiuto un veloce segno di croce. Tagliato il traguardo, egli ha corricchiato con la bandiera del suo Paese sulle spalle. La gara di maratona ha visto così il dominio degli atleti dell’Etiopia: è mancato solo l’oro. Questi i passaggi della testa della gara: km 5 10 15 20 21,097 25 30 35 40 42,195
parziali 15’54” 31’22” 46’39” 1h01’49” 1h05’12” 1h17’11” 1h32’37” 1h48’00” 2h03’24” 2h09’51” ogni 5km 15’54” 15’15” 15’17” 15’22” 15’22” 15’26” 15’23” 15’24” ogni 10 km 31’22” 30’27” 30’48” 30’46”
Il 29 settembre 2013 il keniota Wilson Kipsang Kiprotich ha stabilito il nuovo record mondiale nella maratona in 2h03’23”, vincendo la 40a edizione della Berlin Marathon. Egli ha migliorato il vecchio record di 2h03’38”, che apparteneva al suo connazionale Patrick Makau (2011). La medaglia di bronzo delle Olimpiadi 2012, 31 anni, alto 1,82 x 62 kg, ha battuto gli altri due kenioti Eliud Kipchoge (2h04’05”, quarta miglior prestazione mondiale!) e Geoffrey Kipsang (2h06’26”). Ben cinque kenioti ai primi cinque posti. Kipsang ha volato alla media di 2’55” al km, ossia a 20.51 km/h. I 41˙000 partenti hanno corso in condizioni climatiche ideali: 8° in partenza, 13° all’arrivo, cielo soleggiato. La gara ha confermato come la maratona tedesca sia una delle più veloci nel panorama internazionale. Infatti, si tratta del quinto uomo a battere il record a Berlino dopo il brasiliano Ronaldo Da Costa (1998), il keniota Paul Tergat (2003), l’etiope Haile Gebrselassie (2007 e 2008) e Patrick Makau (2011). Kipsang detiene il diciassettesimo miglior risultato cronometrico di sempre sulla mezza maratona con 58’59”. Nel 2009, il recordman ha vinto la mezza maratona di Egmond e nel 2010 ha conquistato il 1° posto nella Maratona di Francoforte. Analizzando la cronologia recente del record maratona maschile, si osserva che negli ultimi trent’anni esso è stato abbassato di circa 5’ (2h08’13” Salazar nel 1981), 1’32” negli ultimi dieci (2h04’55”, Tergat nel 2003). Ma i margini di miglioramento paiono alquanto esigui. Oggi nel mondo della maratona domina l’Africa. C’è anche un po’ d’Asia, di America e di Europa, che però ha perso i campioni di un passato recente come Stefano Baldini. Queste le migliori prestazioni mondiali maschili sulla maratona dopo la Berlin Marathon 2013: TEMPO ATLETA NAZIONALITÀ LUOGO DATA 1) 2h03’23” Wilson Kipsang Kiprotich KEN Berlino 29.09.2013 2) 2h03’38” Patrick Makau Musyoki KEN Berlino 25.09.2011 3) 2h03’59” Haile Gebrselassie ETH Berlino 28.09.2008 4) 2h04’05” Eliud Kipchoge KEN Berlino 29.09.2013 5) 2h04’15” Geoffrey Mutai KEN Berlino 30.09.2012 6) 2h04’16” Dennis Kimetto KEN Berlino 30.09.2012 7) 2h04’23” Ayele Abshero ETH Dubai 27.01.2012 8) 2h04’27” Duncan Kibet KEN Rotterdam 05.04.2009 9) 2h04’27” James Kwambai KEN Rotterdam 05.04.2009 10) 2h04’40” Emmanuel Mutai KEN Londra 17.04.2011
La keniota Florence Kiplagat ha vinto la gara femminile di Berlino con 2h21’13”, davanti alla connazionale Sharon Cherop (2h22’28”) ed alla tedesca Irina Mikitenko (2h24’53”). STEFANO SEVERONI FONTI
M. GASPAROTTO, «A Londra una maratona di festa. Ecco la risposta alla violenza», in La Gazzetta dello Sport, 22.04.2013, 29. S. BOLDRINI, «Londra ha sconfitto la paura con mezzo milione di persone», in La Gazzetta dello Sport, 22.04.2013, 51. Correre, Milano 2013/343. http://www.fidal.it. http://www.marathonworld.it/risultati-maratona-londra-london-marathon-2013.html. G. LO GIUDICE, «L’Appia Run africana ricordando Boston», in La Gazzetta dello Sport, 29.04.2013, 55.