Sole caldo e cielo di un azzurro intenso ci hanno accolto nella zona adiacente alla residenza Imperiale e i generosi atleti che deciso di partecipare a questa gara almeno dal punto di vista meteo sono stati ripagati. Certo è stato allestito dagli organizzatori un percorso veramente impegnativo, tutto un saliscendi in gran parte su sterrato fortunatamente non troppo appesantito dalla pioggia caduta il giorno prima che ha messo tutti a dura prova. Se possibile un tracciato ancora più impegnativo di quello che si affronta nella gara di Maggio. E’stato un vero Trail corso sulle colline che circondano il sito archeologico.
Però il privilegio di transitare in gara all’interno di una simile meraviglia vale ampiamente la fatica che si è dovuta affrontare. La Roma 83 per la prima volta dopo molte edizioni ha deciso di non correre la concomitante gara di Fiumicino (il Trofeo S. Ippolito) e questo ci è dispiaciuto soprattutto per gli organizzatori ma non si è trattato di un boicottaggio ma semplicemente di accettare l’invito di Alessandra Anselmi di “Sempredicorsa” che ci teneva tanto averci alla sua gara. Ormai a Villa Adriana siamo di casa e ogni volta le soddisfazioni per noi non mancano. Ormai il calendario delle gare è talmente fitto di appuntamenti che inevitabilmente si rischia di scontentare qualcuno, atleti e organizzatori; quando si tratta di dover scegliere inevitabilmente si rinuncia a un’altra cosa. L’importante è essere chiari e rispettare gli impegni presi. Vanno ringraziati tutti i nostri atleti che hanno deciso di seguire la società, la dimostrazione di affetto che hanno dato Renzo Fagioli reduce dalla sua cinquantesima!! donazione di sangue e Fabio Riccitelli appena sbarcato a Civitavecchia dal traghetto che li riportava dalla Sardegna e precipitatosi al via della gara, meritano un ringraziamento speciale. Per loro due la fatica è stata veramente notevole. Finchè saremo animati da questo spirito sarà bello continuare a tenere in vita la Roma 83. Ultimo appunto: poco prima del via un messaggio dal NEPAL, informava il presidente che Manuel Montesi e Patrizio De Santis avevano appena raggiunto il Campo base dell’Everest. Il caso ha voluto che oggi con noi fosse presente anche il mitico “Zeppa” che fece anni fa la stessa esperienza in compagnia di Giancarlo Moretti. Inutile dire che si è commosso. Gianfranco e Giancarlo, montanari esperti e appassionati come pochi lo fecero in età adulta, Manuel e Patrizio sono invece due ragazzi che hanno realizzato anche loro il sogno di ammirare da vicino la Montagna Sacra al popolo Nepalese, la “Dea Madre” superando ampiamente i 5000 metri di quota. Una soddisfazione immensa. Complimenti.
PS: La bandiera della Roma 83 per la foto di rito sotto l’Everest era con loro, e la pubblicheremo al loro ritorno. Sotto una foto inviata dal Campo Base dell’Everest da Manuel e Patrizio
