Non ho mai coltivato la passione di guidare una moto neanche da ragazzo, per me le due ruote hanno sempre identificato una bici ma l’ammirazione per i campioni del motociclismo agonistico l’ho sempre avuta, mi piaceva e mi entusiasma ancora seguire le gare di questi funamboli. Secondo me chi corre in moto ha doti straordinarie difficilmente riscontrabili in altre discipline sportive, forse solo chi pratica la discesa libera nello sci deve avere qualità affini.
Il rischio di incidenti gravi è altissimo, tutti nell’ambiente ne sono consapevoli anche se si sorride e si assumono atteggiamenti guasconi. Correre in moto è una sfida contro tutte le fatalità. Qualche volta si perde, è inevitabile. Doriano Romboni lo ricordo amico e avversario di grandi campioni come Biaggi e Capirossi, non era ritenuto un fenomeno come gli altri due ma ha fatto comunque una onorevolissima carriera professionistica. Ha avuto diversi incidenti e frattur, come tutti i suoi colleghi, ma ogni volta è tornato in sella con grinta e tanto coraggio. Quelli che corrono in moto in questo si somigliano tutti. Sabato scorso su una tortuosa pista a Latina si era in prova per quella che il giorno dopo sarebbe stata una giornata di kermesse in ricordo del “Sic Simoncelli”. Doriano Romboni era lì, non poteva mancare. Qualche volta si perde, è inevitabile, chi corre in moto lo sa. Doriano aveva solo 45 anni, non lo dimenticheranno i tanti appassionati di uno sport bellissimo e folle.