Lo scorso fine settimana si è disputato alle Hawaii il Triathlon più conosciuto in assoluto, l’Ironman valido come Campionato Mondiale sulla lunga distanza, un evento atteso da tanti appassionati in tutto il mondo. Era in gara il nostro amico Alex Zanardi che già da tempo era stato ammesso con una wild card e abilitato a gareggiare con i normodotati.
Ovvio che la fama del campione Paraolimpico di Londra ha fatto leva per scardinare le dure regole per essere ammessi a questa gara-evento ma esauriti i convenevoli il caro Alex si è ritrovato con e come tutti gli altri atleti ad affrontare tutte le difficoltà. Gli organizzatori hanno stabilito che Alex avrebbe dovuto nuotare equipaggiato come gli altri ossia munito di una muta ma anche con un boccaglio che gli avrebbe consentito di non ruotare la testa, per la prova in bici avrebbe dovuto usare una handbike, il mezzo più conforme a una bici da strada e per la maratona una carrozzina tradizionale anche se adattata a una prova agonistica. Zanardi ormai lo conosciamo, è un vecchio ragazzo di 48 anni che non si accontenta della sola partecipazione ma che in ogni gara nella quale si schiera al via, dalla maratona all’automobilismo, vuole sempre dare il massimo e stupire soprattutto se stesso. A Kona è stato superlativo, ha nuotato i quasi 4 km in mare in un tempo rispettabilissimo se si considera che è andato solo di braccia 1h 08’, una volta fuori dalle onde, con la handbike usata alle Olimpiadi si è lanciato all’attacco dei 180 km sui saliscendi della strada panoramica che si snoda lungo la scogliera in un lunghissimo andata e ritorno. Doveva essere il suo punto forte ma a causa del vento impetuoso ha avuto parecchie difficoltà a spingere di braccia un mezzo meccanico che rischiava di ribaltarsi quando veniva colpito lateralmente dalle folate micidiali così il tempo finale della prova ciclistica è stato abbastanza alto per un campione come lui, oltre le 6 h. Nella maratona, corsa con la più stabile carrozzina si è rifatto, ha potuto spingere a tutta e ha realizzato un crono di grande rilievo: 2h 24’, il migliore in assoluto. Il tempo finale di Alex Zanardi è stato di 9h 47’ 14” che gli è valso la posizione n. 272 nella classifica generale, un vero successo per un esordiente come lui. A contendersi il Titolo Mondiale c’erano diversi big del circuito professionistico, atleti straordinari capaci di prestazioni al limite. Non c’era un vero favorito, in prove così lunghe le variabili sono molte e almeno in dieci erano considerati dai pronostici. A vincere è stato Sebastian Kienle, un atleta Tedesco conosciuto soprattutto come grande ciclista. Nel nuoto si è difeso uscendo in 54’, dietro un gruppetto di forti nuotatori tra i quali il più veloce è stato il Tedesco campione Olimpico di Pechino Jan Frodeno 50’ netti. Kienle è salito in bici con un gap importante da colmare soprattutto perché davanti aveva campioni straordinari ma una volta in sella sulla sua Scott Plasma, ha fatto veramente la differenza. Ha recuperato i primi in pochi km, il divario poi è letteralmente volato via e nessuno è riuscito a tenerlo. Ha chiuso i 180 km alla media di 41 all’ora! Non si sa quanti ciclisti prof avrebbero fatto meglio in una gara a cronometro così lunga (le scie non sono ammesse in queste competizioni). Una volta messi i piedi nelle scarpe da running, ha amministrato i lunghissimi 42 km della maratona corsi comunque nel ragguardevole tempo di 2h 54’. Per i comuni mortali come la maggior parte di noi, queste prestazioni hanno dell’incredibile. Basta pensare che un campione del calibro di Ivan Rana, grande interprete della distanza Olimpica e dominatore qualche stagione fa, ha corso la Maratona nello strepitoso tempo di 2h 44’ anche se ha chiuso la gara al 17° posto a ben 24 minuti dal vincitore. Altra grandissima atleta si è dimostrata la vincitrice, l’Australiana Mirinda Carfrae già prima due volte in passato: la ragazza ha finito in 9h e ha corso la Maratona in 2h 50’!! Cose da pazzi.