Carlo Barretta Edizioni “COBRA” stampato il giorno ………dopo 21/12/2007
LA MORTE
Improvvisamente aprii gli occhi svegliandomi di colpo con una strana sensazione! C’era qualcuno o qualcosa nella mia stanza? Nella penombra vidi una strana figura in fondo al letto, un’attimo di paura poi con rabbia esclamai: “Chi sei? Cosa vuoi?” “Sono la morte!” rispose la strana figura. Come un computer la mia mente analizzò la risposta, ed in un istante realizzò la situazione! Era necessario mettersi in difesa e prepararsi all’attacco, come avevo fatto tante volte nel passato. La prima cosa fare era guadagnare tempo e quindi intavolare un discorso.
Ed allora: “Signora Morte cosa vuoi?” “E’ giunta la tua ora, devi venire con me!” “Non mi sembra che la situazione sia come dici tu! A proposito, posso darti del tu?” “Certo che puoi! E secondo te qual’è la situazione?” “Vedi…….non è così semplice da spiegare, ma voglio provarci! Esaminiamo con attenzione cosa veramente sei, cosa devi fare e come. Innanzi tutto cosa sei veramente? La fine di ogni cosa o solo la fine di un’apparenza, di una dimensione, di un tempo stabilito a priori per ogni essere ? Signora morte. A te chi ti ha creato?” La morte non si aspettava questa domanda, ha tergiversato un po’ poi ha risposto: “Mi ha creato l’essere che ha creato anche te!” “Allora anche tu devi rendere conto a qualcuno del tuo operato!” “E’ vero” risposte la morte. “Quindi anche tu in sostanza dipendi da qualcuno diverso da te! Guarda un po’, è lo stesso qualcuno che ha creato anche me e quindi, in un certo senso, possiamo dire che siamo quasi fratelli. D’altra parte anche un certo San Francesco ti ha chiamato “sorella morte”.” “E’ così” rispose la morte. La tensione che esisteva all’inizio si era leggermente allentata e la morte non mi sembrava più così importante e più grande di me. Allora incalzai: “Accertato chi sei, vediamo qual è il tuo incarico; qualè il tuo lavoro?” “Il mio lavoro è quello di intervenire in un certo momento della vita terrena degli esseri viventi, quasi sempre dopo un certo numero di anni, e……spengere la vita per ordine dell’essere che mi ha creato e che ha creato anche te”. “No, non è così!” “Il tuo lavoro non è quello di spengere la vita degli essere viventi, ma solo quello di essere depositaria delle spoglie materiali e quindi non sei altro che uno “stracciarolo”, per dirla alla romana!” “Non sono venuta qui per farmi offendere da un omuncolo come te!” esclamò arrabbiata la morte! “Basta con i discorsi e facciamola finita che ho altro da fare che perdere tempo prezioso con te!” La morte cominciava ad andare su di giri e la mia mente registrava un vantaggio, quindi era necessario proseguire sulla strada iniziata. “Non arrabbiarti per così poco, ti chiedo scusa se ti ho involontariamente offeso, cosa che non ritengo di aver fatto! Cerca di essere comprensiva……..è come dare l’ultima sigaretta ad un condannato……non volevo dire che il tuo lavoro non è importante……era solo una battuta! Lo sai che in tutta la mia vita il gusto della battuta non mi è mai mancato!” “ Va bene” disse la morte “cos’altro vuoi sapere?” “Da te non posso sapere niente che già non conosco!” risposi piccato ed incalzai: “Lo sai che l’essere umano ha una mente operativa, un’etica e dei sentimenti?” “Certo che lo so! La vita degli esseri umani è come un film, tanti fotogrammi, tante storie, tante situazioni! Quante no ho viste nel mio lavoro! Belle, brutte, lunghe, corte, ma tutte hanno la stessa fine: io!” “ D’accordo, ma anche se la fine è identica per tutti, lo scorrere della vita è particolare per ogni essere umano, ogni vita è unica ed è sempre nuova ed originale. E lo sai perché è così? E’ così perché il nostro comune creatore ha voluto così! E ti sembra possibile che una cosa così bella come la vita possa finire per un’azione così monotona e ripetitiva coma la tua?”
“In un certo senso hai ragione, infatti la mia attività è sempre la stessa ed ha sempre lo stesso risultato: la fine della vita degli essere umani” “E’ qui che ti sbagli! Non sei la fine degli essere umani, sei solo la fine di un aspetto della vita, di una rappresentazione; per fare un esempio, sei solo la fine del primo tempo di un film! Tu puoi solo interrompere questo film, non puoi distruggerlo! Hai capito cosa voglio dire?” “Si, ho capito” rispose la morte vinta dal ragionamento “ed allora cosa devo fare con te?” “Farai quello che sei incaricata di fare, senza eccezioni, ma ricorda che la vera essenza dell’essere umano, la vita, non è rappresentata da questo involucro di cellule che tu sei destinata a prenderti, ma è rappresentata dai pensieri, dai ricordi, dai sentimenti. E questi non puoi prenderteli, questi sono e saranno miei in eterno, è il dono del nostro comune creatore, in un certo senso si può dire che sono loro stessi il creatore e quindi dotati di vita eterna.” La morte era allibita e aveva perso tutta la sua tracotanza e non riusciva più a controbattere. Allora con un sorriso di scherno gli dissi “Via non ti avvilire, prenditi questo vecchio e malandato involucro che ho usato quando era valido e forte ed ora che è solo uno scarto te lo regalo, fanne ciò che vuoi!” E con una immensa risata uscii dalla stanza lasciando la morte mogia mogia vicino ad un corpo senza vita. Risultato uno a zero per me!